Gli aeromobili a pilotaggio remoto, più comunemente noti come droni, si sono sviluppati e sono tutt’ora in uso soprattutto in ambito militare e bellico; tuttavia, col passare degli anni, il loro impiego si è esteso anche in ambito civile.
Concentrandoci strettamente sul secondo, vediamo come i droni hanno avuto un’evoluzione, in particolar modo nel ramo del cinema, per immagini ad alto effetto visivo, in quello dell’edilizia, per rilievi su edifici, e in agricoltura, per il monitoraggio dello stato dei terreni e l’agricoltura di precisione.
I motivi di un tale sviluppo comprendono la rapidità di movimento di tali apparecchi, che permettono di risparmiare fatica e soprattutto tempo, i costi minori rispetto ad altri dispositivi tradizionali, la facilità d’uso da parte del pilota e la possibilità di effettuare agevolmente riprese dall’alto.
A far da contraltare a questi punti favorevoli vi è, però, anche qualche pecca di questi strumenti; la durata delle loro batterie è relativamente breve e in caso di guasti possono danneggiare cose e/o persone.
A regolamentare l’uso e la sicurezza riguardanti i droni vi sono delle normative, sia a livello europeo (con l’EASA, Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea) sia a livello nazionale (con l’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) che mettono dei “paletti” riguardo l’impiego di questi strumenti; sono necessarie autorizzazioni e certificazioni per poter utilizzare un aeromobile a pilotaggio remoto.